La cittadina confinante con Vieste sul versante nord.
Sogno e realtà sembrano confondersi tra le viuzze dell'incantevole Peschici, che
deve il suo nome non alle belle ragazze del paese, ma agli Schiavoni, una popolazione
slava della serbia, mandata sul Gargano dall'imperatore Ottone I per scacciare i
Saraceni. L'origine slava di Peschici è dimostrata oltre che dallo stesso nome derivante
da Pesclize: "Borgo arroccato sul mare", anche da tantissimi vocaboli che colorano
l'inconfondibile dialetto "cantato" dei suoi abitanti. Accettate senza esitazione
una «culàcæ» (che dallo sloveno Kolac significa ciambella), ma non provateci con
la «sessæ» (sorella dallo slavo sestra) del vostro amico garganico che, per tradizione,
è particolarmente legato alle donne della famiglia! Quella della tradizione è una
specie di costante che si ritrova nell'ancora genuino popolo pèschiciano: qui c'erano
i Sampaolari (da S. Paolo, morso da una vipera) persone aventi un potere speciale
sui serpenti, per cui questi non solo non li mordevano ma ubbidivano ai loro comandi
fino ad entrare nei letti dei malvoluti. Se degli insoliti dolori vi perseguitano
o la sorte non vi è benevola qui troverete le donne che conoscono il rito contro
il malocchio (consistente nel mettere in una bacinella colma d'acqua 3 chicchi di
grano, 3 di sale e 3 pezzetti di carbone; dopo aver palpato la persona malata ed
aver fatto tre segni di croce sulla fronte diranno: "Tutti i giorni è Natale, di
domenica vien Pasqua, giovedì l'Ascensione, il malocchio esce fuori". A questo punto
lasceranno cadere nella bacinella alcune gocce d'olio: se queste si espandono c'è
la "iattura" se restano unite il pericolo è scampato!). Sempre qui troverete i bimbi
giocare ancora con "u trainellæ" un carretino con tre cuscinetti a sfera per ruote
su cui i coetanei di città farebbero bene a non salire. Città natale di Giuseppe
Libetta, comandante della prima nave a vapore italiana, Pèschici radiosa cittadina
del Gargano, è ancor oggi quasi tutta contenuta negli antichi confini. L'intero
centro storico è rimasto immacolato, con la cinta muraria utilizzata ad abitazioni,
le strette stradine quasi tutte a scale o a gradoni e le tipiche abitazioni nella
roccia (sotto la porta del castello, in Via Borghetto sul Mare e in V.le Kennedy).
Piazza del Popolo era il centro del Borgo Antico: vi si affaccia la Chiesa della
Madonna del Suffraggio (detta del Purgatorio) dalla facciata con l'orologio. E poi
ancora il Castello (rifatto intorno al 1240 e successivamente nel '600, roccaforte
del "Recinto Baronale") il Palazzo della Torre (di origine quattrocentesca) la
Chiesa
di S. Elia (già esistente nel '500). Ma lo spettacolo più suggestivo dell'intero
centro storico è la cura e la pulizia con cui sono tenuti quegl'incantevoli vicoletti
con i balconi fioriti, merito indiscutibile della gente che vi abita ed esempio
per chiunque da prendere a modello.