Vieste la città e la storia
Vieste posta sull'estrema punta del Gargano, protesa nel mare Adriatico, adagiata
su un versante scosceso alto circa 50 metri che dolcemente scende fino a farsi carezzare
nella quasi totalità dal mare. Una natura di selvaggia bellezza, nella quale Vieste
è incastonata come una perla, pronta ad offrirsi ai suoi visitatori. Dormiente e
fatata appare sotto i vigili occhi del possente Castello, fatto costruire da Federico
II di Svevia. Poco sotto la vigorosa fortezza, sorge la Basilica Cattedrale, pregevole
esempio di arte romanica, costruita tra i secoli X ed XI edificata nella parte più
alta del centro medievale della città, all’interno, è custodita, la statua lignea
di Santa Maria di Merino del quindicesimo secolo, venerata da tutti i fedeli del
luogo.
Vieste è una cittadina caratteristica la cui parte moderna si presenta con attrezzature
balneari ed alberghiere rispondenti alle diverse esigenze del turismo e della villeggiatura
estiva.
Il quartiere medievale nel centro storico di antichissime origini, si snoda con
stradine strette e sinuose talvolta congiunte da delicati archi, tra case bianche
e pendenti scalinate, sfociando nello spettacolare quartiere della “Ripa”, proiettato
sull’immenso mare azzurro. Il centro storico dalla sommità del Castello declina
e si allunga sino a “Punta San Francesco” mostrando nella sua bellezza un suggestivo
scenario.
Particolarmente attrattiva la zona marina intorno a Vieste, con le sue grotte,
rupi e scogliere. Ma anche i suoi dintorni boscosi, d'aria ossigenata da numerose
selve di pini, di querce, di ulivi e altre piante di alto fusto, rendono la visita
della città di Vieste e dei suoi spettacolari dintorni quanto mai rilassante e piacevole.
Vieste, è luogo di ricordi storici e di leggende, di vicende tra mito e storia come
il celebre “Pizzomunno“, un gigantesco monolito, alto circa venti metri, protagonista
di una tenera leggenda d’amore. Funestata da continui attacchi, specie da parte
dei turchi, nei secoli XV e XVI, Nel 1554, il celebre corsaro Dragut Rais, condusse
un saccheggio terrificante, quell’assalto è ancor oggi ricordato da una roccia detta
"chianca amara", sulla quale furono decapitati migliaia di viestani.